martedì 6 dicembre 2016



La poliurea è un elastomero di rivestimento ottenuto per poliaddizione di un diisocianato alifatico o aromatico(L'isocianato è il gruppo funzionale –N=C=O (1 azoto, 1 carbonio, 1 ossigeno) che non deve essere confuso con il gruppo funzionale cianato –O–C≡N. Ogni composto organico che contiene un gruppo isocianato è detto isocianato. Un isocianato può contenere anche più di un gruppo isocianato. Le molecole con due gruppi isocianati sono conosciuti come diisocianati.) La principale applicazione di questi ultimi è la produzione di poliuretano per reazione con i polioli con una diammina.

Strutturalmente è caratterizzata dalla ripetizione di unità -RNH(CO)NHR'-, in pratica una molecola di urea bisostituita. La reazione di polimerizzazione è simile a quella che porta alla formazione dei poliuretani. In realtà l'ammina è soltanto uno dei curativi che possono essere utilizzati nei polioli affinché si effettui la reazione con gli isocianati.




La poliurea è quindi sostanzialmente un poliuretano terminato con ammine.


Con il generico termine di elastomero si indicano le sostanze naturali o sintetiche che hanno le proprietà chimico-fisiche tipiche del caucciù (o gomma naturale), la più peculiare delle quali è la capacità di subire grosse deformazioni elastiche(possono cioè essere allungati diverse volte per spostamenti finiti riassumendo la propria dimensione una volta ricreata una situazione di riposo).

martedì 29 novembre 2016

MACCHINE PER L'APPLICAZIONE DI POLIUREA IN GALLERIA.



La tecnologia della poliurea è basata 

sulla chimica di reazione.


La tecnologia della poliurea è basata sulla chimica di reazione dei sistemi bi-componenti applicati a spruzzo, attraverso l’impiego di pompe bi-mixer, utilizzati nel settore dei rivestimenti e delle impermeabilizzazioni.

I primi prodotti furono sviluppati e commercializzati alla fine degli anni ottanta negli Stati Uniti, da dove si diffusero rapidamente nel resto del mondo, soprattutto in Asia, dove ebbero una forte crescita nella seconda metà degli anni novanta, dove in un primo tempo fu usata come strato protettivo della schiuma poliuretanica nell’isolamento dei tetti, in Europa invece il mercato della poliurea ha iniziato a svilupparsi solo negli ultimi anni.

La poliurea è un elastomero ottenuto chimicamente dalla reazione di poliaddizione di un isocianato alifatico o aromatico o di un prepolimero isocianico con un’ammina polifunzionale o miscele di ammine, in un rapporto di miscelazione in volume generalmente di 1/1.

Il componente isocianato è costituito, nel caso di sistemi aromatici, da prepolimeri basati su metilene diisocianato (MDI) ; nel caso dei sistemi alifatici, da esametilen diisocianato (HDI) o isoforone diisocianato (IPDI) e costituisce il segmento hard della catena.

Nella formulazione standard si utilizzano solitamente dei prepolimeri, a base MDI, con un contenuto NCO(isocianato) compreso tra il 15% e il 16%.
In questo intervallo di NCO, si ottiene un buon compromesso tra la viscosità del materiale e la reattività del sistema.
Con valori inferiori di NCO, i prepolimeri hanno una viscosità più elevata, ma conferiscono al sistema una maggiore elasticità ed una minore reattività.

Certamente l’uso di prepolimeri a più basso contenuto di NCO è limitato dal conseguente incremento della viscosità che provoca un peggioramento della miscibilità dei due componenti, con conseguenti ripercussioni applicative.
Prepolimeri con un contenuto maggiore di gruppi NCO, e conseguentemente di segmenti hard in catena, hanno invece una viscosità minore, che agevola la miscelazione dei due componenti, rendendo il sistema più reattivo e con una maggiore durezza superficiale.

La percentuale di NCO ha effetto pertanto sulla durezza, sulla rigidità, sulla reattività.
In linea generale l’intervallo di NCO consentito per i prepolimeri utilizzati nella poliurea varia da un valore minimo pari a 8 fino ad un massimo di 20.

Ovviamente la scelta dell’uno o dell’altro è strettamente legata, così come qualunque altro parametro, all’utilizzo finale del sistema poliureico.
Il “bacone” del prepolimero influenza la resistenza chimica e ai solventi ed in generale la resistenza della membrana stessa.
L’indice del sistema poliurea è tipicamente mantenuto con un lieve eccesso di isocianato nell’intervallo 1,05-1,10. Dal momento che il gruppo-isocianato reagisce con l’umidità, l’eccesso di isocianato compensa la “perdita” di gruppi NCO durante lo stoccaggio e/o l’applicazione.

Il componente amminico della poliurea è generalmente molto più complesso rispetto al componente isocianico, e costituito principalmente da:

* polieterammine aromatiche e alifatiche ad alto peso molecolare, la cui natura flessibile costituisce il segmento soft della catena;
* polieterammine a basso peso molecolare impiegate come estensori di catena;
pigmenti e additivi.
La scelta delle ammine è determinante per l’ottenimento delle prestazioni e l’elaborazione stessa della poliurea.

Le polieterammine sono polieteri a base di ossido di propilene/etilene ammino terminati, generalmente di peso molecolare compreso tra 200 e 5000 g/mole. Il gruppo amminico primario di queste molecole reagisce rapidamente con l’isocianato, escludendo pertanto la necessità del catalizzatore.

Le polieterammine possono essere bi/trifunzionali, aromatiche o alifatiche; quest’ultime vengono utilizzate nelle applicazioni dove la stabilità cromatica alla luce è ovviamente prioritaria, dal momento che sono molto costose.
Le poliuree aromatiche a differenza di quelle alifatiche sono soggette all’ingiallimento dovuto all’azione dei raggi UV, tuttavia ciò non compromette le proprietà intrinseche della poliurea stessa.
Gli estensori di catena rivestono un ruolo chiave sia sulla reattività sia sulle proprietà della poliurea; la dietiltoluendiammina (DETDA) maggiormente utilizzata nella formulazione delle poliuree aromatiche, contribuisce al segmento hard e migliora la resistenza al calore.

Non esiste ancora uniformità riguardo alla denominazione dei componente A e B della poliurea. In Europa il componente isocianato, comunemente, è il componente B (derivando dalla chimica dei poliuretani), mentre in atri paesi si ha l’inversione della denominazione. I due componenti vengono identificati da colori diversi: solitamente rosso per l’ISOCIANATO, blu per le POLIAMMINE.

Il termine poliurea è la descrizione di una tecnologia, esistono perciò una varietà di formulazioni possibili per ottenere le proprietà desiderate, pertanto la selezione delle opportune materie prime costituisce un aspetto di rilevanza fondamentale.
Il termine poliurea è stato utilizzato in passato in maniera impropria, creando tuttora confusione tra poliurea pura e poliurea ibrida. La poliurea pura non deve contenere nella sua formula gruppi ossidrilici, a differenza dei sistemi ibridi caratterizzati dalla presenza di gruppi OH e di catalizzatori.

Un sistema ibrido ha una composizione che è una combinazione dei suddetti sistemi (poliuretanico e poliureico). Il componente isocianato può essere lo stesso utilizzato per la poliurea pura.
La miscela di resine è invece una combinazione di ammine terminate e resine polimeriche idrossile - terminate e/o estensori di catena. Per ottenere la medesima reattività è necessaria l’aggiunta di uno o più catalizzatori; per tale motivo i sistemi ibridi, pur avendo un ampio ambito di applicazioni, sono tuttavia più sensibili all’umidità rispetto alla poliurea pura. Inoltre poiché la reazione catalizzata tra poliolo ed isocianato risente delle variazioni di temperatura della fase applicativa, a differenza di quanto accade invece tra ammina ed isocianato, il sistema risulta meno performante.
La poliurea si forma quando l’ammina reagisce con l’isocianato, la reazione è veloce ed auto-catalitica (non necessita quindi del catalizzatore neppure alle basse temperature, contrariamente a ciò che avviene per i sistemi poliuretanici ed ibridi) ed acquisisce molte specifiche proprietà che permettono di distinguerla da altre tipologie di polimeri.

La poliurea può essere impiegata con successo in numerosi settori quali edilizia, industria, cantieristica navale, petrolchimica, arredamenti, centri benessere.


Alcuni settori di applicazione della poliurea:
  • Allestimenti espositivi, banconi, librerie, elementi decorativi
  • Applicazioni e rivestimenti per scafi offshore;
  • Applicazioni di sicurezza in campo militari;
  • Bloccaggio d'infiltrazioni d’acqua in contro-spinta;
  • Cantieristica navale e petrolchimica;
  • Impermeabilizzazione di tetti, solai e terrazzi;
  • Impermeabilizzazione muri contro terra;
  • Impermeabilizzazione ponti, viadotti e strade;
  • Impermeabilizzazione vasche e condotte per acqua potabile;
  • Impermeabilizzazione vasche e condotte per impianti di depurazione;
  • Impermeabilizzazione di pontili galleggianti;
  • Impermeabilizzazione di piscine;
  • Incapsulamento amianto;
  • Incapsulamento antiruggine di parti metalliche e condotte;
  • Isolamento termico e acustico;
  • Parchi a tema, aree gioco, sculture, decorazioni;
  • Rivestimenti di boe di segnalazione e di ormeggio;
  • Rivestimenti anti-abrasione;
  • Rivestimenti anti-corrosione;
  • Rivestimenti interni ed esterni di serbatoi contenenti idrocarburi;

domenica 20 novembre 2016


poliurea e Campi d’impiego
Coperture
La poliurea può essere impiegata nella realizzazione di rivestimenti di coperture, in particolare quelle piane e quelle geometricamente complesse, in quanto la posa a spruzzo consente di rivestire qualsiasi superficie, ottenendo una membrana unica senza giunzioni, monolitica, completamente aderente al supporto.
La poliurea trova un importante impiego nel rivestimento di coperture su cui verranno installati pannelli fotovoltaici, quanto per le proprie caratteristiche tecniche e soprattutto per l’elasticità che possiede, consente il ricoprimento di materiali diversi anche accostati l’uno all’altro, senza che, le differenti dilatazioni termiche possano danneggiarla e colorarla di bianco aiuta l’irraggiamento dei pannelli. Trova inoltre un larghissimo impiego nel recupero di coperture precedentemente impermeabilizzate con guaina bituminosa, anche ardesiata, in quanto, dopo un’accurata preparazione della superficie da trattare, viene applicata direttamente sulla guaina esistente.
Questo tipo d’intervento è economicamente vantaggioso in quanto si evitano gli ingenti costi di smaltimento della guaina esistente e si riducono sensibilmente i tempi di esecuzione dei lavori.

Terrazzi piastrellati o solai
La tipologia di posa e le caratteristiche del materiale consentono di estendere l’impermeabilizzazione senza giunzioni anche sulle pareti verticali presenti all’interno o sul perimetro del solaio.
La poliurea può inoltre essere applicata, previa preparazione e applicazione di un adeguato primer, direttamente sulla pavimentazione in piastrelle dei terrazzi.
Le superfici impermeabilizzate con poliurea potranno essere:
·         lasciate a vista senza alcun tipo di finitura o trattate con vernici
aliphatiche resistenti ai raggi UV (colori a scelta su scala RAL);
·         coperte da massetto con sovrastante pavimentazione;
·         coperte dal terreno per la creazione di giardini pensili.
Strutture metalliche
Grazie all’eccezionale adesione alle superfici metalliche ed all’elasticità che le permette di assorbire le dilatazioni e le contrazioni dei metalli senza deteriorarsi, la poliurea trova un importante impiego come rivestimento protettivo dei manufatti metallici dalla corrosione. A titolo di esempio si possono citare i rivestimenti di container e cisterne di acciaio, di canali di gronda, di travi in ferro, ecc.
L’applicazione rapida e la relativa insensibilità ai parametri esterni sono importanti vantaggi che rendono questo materiale altamente competitivo. Le vasche, i serbatoi e le condotte in calcestruzzo utilizzate per il contenimento, il transito e lo stoccaggio di prodotti liquidi, devono essere adeguatamente protetti per evitare il deterioramento del manufatto stesso e la perdita dei prodotti contenuti.
La poliurea, utilizzata come rivestimento interno di detti manufatti, resistendo agli agenti chimici e avendo capacità di crack-bridging (capacità di una membrana elastica di fare da ponte ad eventuali fessure o soluzioni di continuità che si possono instaurare nel sottofondo in calcestruzzo senza rompersi garantendo, comunque, l’impermeabilità della struttura), soddisfa pienamente i requisiti necessari per questo tipo di applicazione.
Serbatoi di acqua potabile                                          
Nel caso dell’acqua potabile inoltre, viene richiesto che il materiale utilizzato per la protezione di questa tipologia di manufatti soddisfi specifici requisiti riguardanti il rilascio di sostanze tossiche; la poliurea trova largo impiego in questa tipologia di applicazione perché rispetta quanto previsto della normativa vigente in merito alle emissioni di sostanze tossiche ed è certificata per l’utilizzo a contatto alimentare.
Piscine
La poliurea viene utilizzata nel rivestimento di piscine e laghetti artificiali in alternativa ai tradizionali sistemi di impermeabilizzazione, come il telo in PVC e i prodotti in pasta applicati a mano.
Le caratteristiche fisico-chimiche della poliurea e del rivestimento aliphatico superficiale rendono questo materiale adatto all’uso a contatto con cloro e disinfettanti senza che, nel contempo, vi sia un effetto negativo sull’acqua di balneazione.
L’applicazione a spruzzo consente di rivestire anche elementi a geometria complessa, creando una membrana completamente aderente al supporto e senza giunzioni.

Il nuovo manto dovrà essere protetto e rivestito con una vernice aliphatica con colori a scelta su scala RAL; la possibilità di scegliere più colori consentirà di impreziosire la finitura della piscina con giochi cromatici, disegni e decori personalizzati.



venerdì 18 novembre 2016

CRIOGENESI

La poliurea ha molte caratteristiche uniche, come la grande elasticità, il creare un manto monolitico, può essere dedicata al contenimento di acqua potabile o essere usata addirittura per irrobustire muri di cinta, piscine e tantissimi altri scopi, ma per la criogenesi proprio no!
Dato che può essere applicata in ambienti fino a -40° non è possibile che mi venga detto che " purtroppo non è adatta al mio scopo"... Una persona non può pensare di poter usare un materiale per tutto quello che passa per la testa, a tutto c'è un limite ed in questo caso sono le temperature oltre i -40°, da li a -150° si può parlare di criogenesi...

mercoledì 9 novembre 2016

CARATTERISTICHE POLIURETANO CEMENTO

POLIURETANO CEMENTO
RIVESTIMENTO AUTOLIVELLANTE AD ALTO SPESSORE IN POLIURETANO CEMENTO, SPECIFICO PER PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI, ALIMENTARI E CHIMICHE, RESISTENTE ALL’USURA, ATTACCHI CHIMICI E IDROLAVAGGIO AD ALTE TEMPERATURE (180° C) 
DESCRIZIONE
E’ un rivestimento colorato autolivellante ad alto spessore in poliuretano-cemento, privo di solventi, semiopaco, formulato specificatamente per pavimentazioni soggette ad intensa usura meccanica, frequenti lavaggi ed elevati shock termici. Il sistema consiste in un kit predosato tri-componente colorato che applicato per colatura, in spessori da 2 a 10 mm consente di realizzare in tempi rapidi, pavimentazioni estremamente resistenti.
 CAMPI DI IMPIEGO
E’ indicato per creare pavimentazioni industriali carrabili esposte ad elevato stress meccanico, impatti, abrasioni e usura, molto resistente ai frequenti shock termici da lavaggi con macchine idro pulitrici (180°C), agli scarichi ed agli spandimenti di liquidi chimici e ai relativi trattamenti di lavaggio, disinfezione e pulizia.
Particolarmente indicato per:
•    Industria alimentare, chimica, farmaceutica, etc.
•    Impianti di trasformazione alimentare per la lavorazione di olio, vino, formaggi, carni, farine, etc., celle frigo, magazzini, zone di carico merci, cucine industriali, etc. Officine per la manutenzione di veicoli pesanti, ferroviari, navali, etc., industrie galvaniche, laboratori, etc.                    
E’ Certificato da ISTITUTO GIORDANO, Norma HACCP, per utilizzo in ambienti di lavorazione e trasformazione alimentare
 PROPRIETA'
Presenta caratteristiche del tutto uniche quali:
•    Le performance del sistema non riguardano solo lo strato corticale del rivestimento ma sono valide per tutto lo spessore (min. mm. 2 – max. mm. 10)
•    Ottima resistenza agli acidi organici e inorganici, soluzioni alcaline, alte temperature e detergenti vari.
•    Alta resistenza meccanica per carichi concentrati e usura (muletti, transpallet, stoccaggio merci pesanti).
•    Facilità di pulizia, con lance ad acqua calda a pressione e detergenti per la disinfezione e la sterilizzazione.
•    Si applica con una sola mano
•    Privo di odori contaminanti (per industrie alimentari)
•    Veloce catalisi (tra le 4 e le 12 ore)
•    Lunga durata
•    Indicata per quelle aziende soggette a norme ISO e alle leggi 626/94 e 155/97 HACCP
•    Resistenza alla temperatura: stabile fino a 180° C
•    Può essere applicato anche su calcestruzzo giovane (almeno 7 giorni);
•    Rapidità di posa e di messa in esercizio: può essere pedonabile dopo 12 ore, trafficabile con traffico leggero dopo 24 ore mentre a 72 ore risulta già completamente resistente al traffico ed alle sollecitazioni termiche e chimiche;
•    Assorbimento d’acqua nullo secondo CP.BM 2/67/2 e risponde al Decreto legislativo del Governo n° 155 del 26/05/1997 “Attuazione delle direttive 93/43/CEE e 96/3/CE concernenti l'igiene dei prodotti alimentari” (H.A.C.C.P);
•    Conforme ai requisiti previsti dal Decreto legislativo del
•    Governo 626/94 sulla sicurezza degli ambienti di lavoro;
•    Pulizia ed igiene: presenta lo stesso grado di pulizia dell’acciaio inossidabile e non costituisce un ambiente nutritivo per la crescita dei batteri;
•    Leggero effetto antiscivolo: mantenibile semplicemente con una pulizia regolare della superficie.

giovedì 3 novembre 2016

Il prodotto ideale per impermeabilizzare
Conoscete la poliurea a spruzzo?
Se la risposta è no, non preoccupatevi, perché siete in buona compagnia!
Innanzitutto, la poliurea è un elastomero, ovvero un prodotto sintetico caratterizzato da un’elevata elasticità. Le sue caratteristiche, infatti, la rendono un prodotto in grado di assicurare un’efficace protezione contro le infiltrazioni di acqua, l’umidità e, più in generale, tutte quelle problematiche derivanti da un’impermeabilizzazione non adeguata di un edificio.

Campi di applicazione
Come abbiamo anticipato, la poliurea a spruzzo consente di risolvere in maniera efficace i problemi legati alla scarsa impermeabilizzazione delle superfici. Si tratta di un prodotto estremamente versatile, che si presta a svariate applicazioni, può essere utilizzata, ad esempio, per impermeabilizzare coperture piane, terrazze pedonabili e tetti calpestabili, ma anche giardini pensili, piscine, parcheggi e viadotti.
Il segreto sta nelle caratteristiche del materiale, basti pensare che vanta fino al 600% di elasticità e può tranquillamente operare tra i -40° ed i +85°, è resistente agli acidi e questo la rende quindi ideale anche per l’impermeabilizzazione degli impianti.
Poliurea a spruzzo: applicazione non invasiva

Uno dei vantaggi maggiori sta nel fatto che la sua applicazione non è invasiva. È necessaria soltanto una piccola interruzione delle attività sulla superficie da trattare per dare il tempo ai tecnici di applicare il prodotto.
L’applicazione viene effettuata con degli appositi macchinari airless spray spruzzano la poliurea sulla superficie oggetto dell’intervento precedentemente preparato all'applicazione. La particolare composizione del prodotto fa sì che aderisca perfettamente alla superficie senza lasciare spazi non trattati. L’indurimento avviene nel giro di pochi secondi (circa 6), permettendo quindi un’applicazione davvero rapidissima
Se siete interessati, potete anche richiedere una consulenza gratuita volta ad individuare quali sono le vostre esigenze e a pianificare la tipologia di intervento più indicata per voi.
email: coseintegrate@gmail.com

mercoledì 2 novembre 2016

Proteggi i tuoi ambienti senza demolizioni!

La poliurea è un elastomero resistente e versatile che offre innumerevoli vantaggi nel campo dell’impermeabilizzazione e in molti altri settori. Una delle caratteristiche più importanti è senza dubbio la certificazione della poliurea per il contatto con i liquidi potabili. In altre parole, un rivestimento in poliurea può essere preso in considerazione per superfici che entrano in contatto con l’acqua potabile: questo materiale, infatti, non interagisce e non influisce in alcun modo sulle caratteristiche del liquido. Grazie alla certificazione ufficiale, la poliurea può essere utilizzata per vasche, celle frigorifere e molte altre superfici utilizzate nell’industria alimentare e in altri settori.Un intervento con la poliurea può essere eseguito e portato a termine in tempi ridotti. Dopo aver spruzzato il materiale, infatti, è sufficiente attendere pochi secondi affinché si formi un rivestimento monolitico: il sottile strato di poliurea ricopre uniformemente l’intera superficie e assicura un beneficio immediato per quanto riguarda la protezione da acidi, agenti atmosferici e umidità. La poliureaavendo un pot-life di circa 6sec , consente di proseguire immediatamente i lavori o di utilizzare subito la superficie impermeabilizzata. In altre parole, dopo aver creato uno strato di poliurea, è possibile far fluire l’acqua potabile senza dover attendere e senza preoccuparsi di eventuali pericoli.Uno dei vantaggi più significativi offerti dalla poliurea è senza dubbio la sicurezza. La certificazione ufficiale, in conclusione, offre una garanzia e tutela sia chi esegue l’opera di impermeabilizzazione sia chi richiede questo intervento, risolutivo sotto molteplici punti di vista.

lunedì 31 ottobre 2016

LO SAPEVATE CHE:

La reazione chimica per la sintesi dei poliuretani è stata scoperta in Germania tra la prima e la seconda guerra mondiale. Il primo impulso alla scoperta venne da Wurtz nel 1849: egli scoprì la formazione di un isocianato alifatico quando faceva reagire un solfato organico con un cianato. Nel 1937 il professor Otto Bayer sviluppò una nuova tecnica di polimerizzazione facendo reagire gli di-isocianati per ottenere una fibra che potesse competere con le fibre di nylon. Nel 1938, Rinke riuscì a produrre un liquido di poliuretano a bassa viscosità per ottenere delle fibre. Nel 1942 William Hanford e Donald Holmes della Du Pont de Nemours & Company, brevettarono il primo processo industriale per la produzione di poliuretano (numero brevetto 2,284,896). Tra il 1940 e il 1950 Du Pont ed ICI sviluppano tutta una serie di poliuretani. Nel 1956 la Du Pont mette in commercio il primo poliuretano. I poliuretani sono ottenuti per reazione tra un di-isocianato (aromatico o alifatico) e un poliolo (tipicamente un glicole poli-propilenico o un poliestere-diolo), in presenza di catalizzatori per aumentare la velocità della reazione e di altri additivi per conferire determinate caratteristiche al materiale da ottenere; in particolare tensioattivi (surfactants in inglese) per abbassare la tensione superficiale e quindi favorire la formazione della schiuma (nel caso di poliuretani espansi), ritardanti di fiamma, per i settori di applicazione ove ciò è richiesto e/o agenti espandenti (nel caso in cui si vogliano produrre delle schiume poliuretaniche).

venerdì 21 ottobre 2016

Le due foto indicano realmente cosa può accadere quando il vostro terrazzo non è adeguatamente impermeabilizzato! Le infiltrazioni possono causare gravi danni strutturali. 
I nostri cicli impermeabilizzanti con l'utilizzo di poliuree, garantisce il massimo della protezione possibile con la tecnologia odierna.
Per un preventivo: coseintegrate@gmail.com


martedì 11 ottobre 2016

La poliurea è un elastomero di rivestimento ottenuto per poliaddizione di un diisocianato alifatico o aromatico con una diammina. Strutturalmente è caratterizzata dalla ripetizione di unità -RNH(CO)NHR'-, in pratica una molecola di
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urea bisostituita. La reazione di polimerizzazione è simile a quella che porta alla formazione dei poliuretani. In realtà l'ammina è soltanto uno dei curativi che possono essere utilizzati nei polioli affinché si effettui la reazione con gli isocianati. La poliurea è quindi sostanzialmente un poliuretano terminato con ammine.
La reazione effettuata con le ammine conferisce al sistema alcuni vantaggi derivanti soprattutto dalla velocità della reazione che si produce. Ciò è importante soprattutto per quanto riguarda le applicazioni a spruzzo in presenza di temperature molto basse ed umidità. Per questo motivo il sistema ha avuto molto successo in Nord America e Nord Europa. In realtà la poliurea non deve essere ritenuta la panacea di tutti i problemi: nel campo dei poliuretani, si deve fare molta attenzione nello scegliere il giusto prodotto dove la qualità non è determinata dalla presenza delle ammine o di altro curativo ma dal tipo e natura dell'isocianato e dalla qualità delle resine ed additivi che compongono i polioli. È facile quindi cadere nell'errore di coniugare automaticamente la poliurea al concetto di qualità. Molto spesso non è così, in molte applicazioni i risultati migliori si ottengono con formulazioni prive di ammine e che utilizzano altri curativi.
Viene utilizzata, spesso addizionata di pigmenti o sostanze che apportano gruppi ossidrilici, come impermeabilizzante e per conferire buona resistenza agli agenti chimici ed alla
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corrosione.

lunedì 10 ottobre 2016

SANTO CUORE… DI CEMENTO
La cultura tecnica, invece di arricchirsi giorno dopo giorno, si impoverisce ancora di più.
Emblema di questo tipo di azione sono tutti quei prodotti impermeabilizzanti a base cementizia.
Un prodotto, come tanti altri, che viene venduto per qualsiasi cosa.

Di seguito le foto fatte durante un sopralluogo di oggi, dove ci hanno chiamato per intervenire.
Info: coseintegrate@gmail.com

giovedì 6 ottobre 2016

Negli ultimi anni sta sempre più prendendo piede il sistema poliurea nel settore delle impermeabilizzazioni perché, semplificando il concetto, basta solo spruzzare un materiale di varia miscela e la guaina viene rinnovata in tempi brevissimi, sia essa in posizione orizzontale che verticale e sulla maggior parte dei supporti. Avendo una rapida reazione ad essicazione, alta tenacità, alta resistenza all’usura, alto aggrappaggio e alta adesione alla maggior parte dei supporti, ecc., la poliurea viene utilizzata oltre alle impermeabilizzazioni anche nei più svariati settori come rivestimento di tubazioni per condotte, rivestimento anticorrosivo per ponti, rivestimento di parcheggi, rivestimento di piscine o acquari, riempimento di fessurazioni, rivestimento interno o esterno di serbatoi, rivestimento di vasche e condotte per il trattamento di rifiuti reflui, settore marino e automobilistico, ecc.
Se vuoi approfondire scrivi a : coseintegrate@gmail.com