domenica 14 maggio 2017

LE PISCINE REALIZZATE CON LA TECNOLOGIA DELLA POLIUREA


Costruire una piscina con la tecnologia della Poliurea, oltre a garantire la perfetta tenuta impermeabilizzante intrinseca della stessa, permette di realizzare forme complesse difficilmente ottenibili con altri metodi.
Spruzzando a caldo la Poliurea, grazie al suo pot-life di circa 6 secondi, permette di applicare uno strato MONOLITICO E SENZA GIUNTI di membrana impermeabilizzante, dando la possibilità agli Architetti di dare forma ai progetti più particolari con la massima precisione di esecuzione.  

domenica 9 aprile 2017

I GIARDINI PENSILI E LA POLIUREA
Il giardino pensile (o verde pensile) è un'area di suolo vegetale che non ha diretto contatto con il suolo naturale. I giardini pensili sono in genere costruiti per esigenze scenografiche e dove non è possibile la costruzione di un comune giardino a terra. Un giardino pensile viene infatti realizzato al di sopra di una struttura architettonica, piana o inclinata, non necessariamente sopraelevata rispetto al livello del terreno (o piano di campagna), es. sopra il solaio di copertura di autorimesse interrate.
Un giardino pensile richiede la predisposizione di un sistema di drenaggio dell'acqua, così come spesso viene dotato di un sistema di irrigazione artificiale e, oltre alla funzione decorativa, permette di migliorare il microclima del volume sottostante (es. tetto verde, utilizzato per l'isolamento termico grazie all'inerzia termica del terreno e della coltre vegetale).
Ricostruzione artistica ipotetica dei Giardini pensili di Babilonia
Esempio di tetto verde estensivo
Alcuni storici non sono certi dell'esistenza dei giardini della città di Babilonia.
La questione della localizzazione dei giardini è ancora oggi irrisolta e gli studi, ancora in corso, hanno lasciato emergere le più varie ipotesi, tra cui anche quella che Babilonia non ospitasse affatto una delle Sette Meraviglie del mondo antico, poiché le fonti antiche, pur concordando nella descrizione dei giardini, non ne forniscono alcuna localizzazione precisa all'interno della città.
Una prima teoria fu fornita dall'architetto tedesco Robert Koldewey, il primo a condurre scavi sul sito, tra il 1889 e il 1917. Egli teorizzò che i giardini dovessero trovarsi nell'angolo nordorientale del Palazzo Meridionale, poiché in quel luogo egli aveva portato alla luce un'enorme struttura coperta da volte a botte e composta da quattordici stanze, cui il muro stesso di recinzione faceva da delimitatore. Determinante fu il ritrovamento, in uno di questi ambienti, di un pozzo con dei fori, prontamente ricondotto al sistema di approvvigionamento idrico. Tale teoria aveva però il suo limite nella lontananza del sito dall'Eufrate, cui l'acqua veniva attinta per l'irrigazione, e nel fatto che l'accesso ai giardini poteva avvenire solo attraversando stanze private e uffici. Inoltre, con il proseguire degli scavi, sembrò più plausibile che le stanze portate alla luce dal Koldewey fossero ambienti destinati all'immagazzinaggio di merci.
Una seconda teoria fu avanzata da D.J. Wiseman, che colloca i giardini "sopra e a settentrione della grande muratura a ovest" del Palazzo Sud, dalla quale si sarebbero estesi i giardini, presso le rive dell'Eufrate.
Nella prima metà degli anni novanta lo studioso D.W.W. Stevenson propose un'altra tesi (affermava infatti che i giardini non potessero trovarsi dove indicava il Wiseman poiché all'epoca di costruzione l'Eufrate aveva già coperto la zona in questione) secondo cui i giardini sarebbero stati un edificio a terrazze indipendente ma molto vicino al Palazzo Meridionale, e probabilmente a sud di esso. Di questa struttura non abbiamo, a tutt'oggi, traccia alcuna.
Da più recenti studi è emersa anche la teoria - sostenuta da Stephanie Dalley - secondo cui i giardini non sarebbero stati affatto situati in Babilonia, ma nella vicina città di Ninive. La Dalley ravvede nelle fonti classiche una confusione tra Babilonia e Ninive dovuta al fatto che il passaggio dal potere assiro a quello babilonese non fosse stato percepito come una soluzione di continuità dagli autori classici, che continuavano ad individuare un generico "regno di Assiria" che aveva semplicemente cambiato capitale. Inoltre, le fonti babilonesi tacciono del tutto riguardo all'esistenza stessa dei giardini, mentre le fonti assire testimoniano di importanti lavori idrici a Ninive sotto Sennacherib (668-631 a.C.) nonché della presenza di giardini presso le rive del Khors.
Babilonia era circondata da una doppia cinta di mura, interrotta dalla porta di Ishtar, attraverso la quale passava la strada principale di accesso alla città rivestita da mattonelle smaltate azzurre ed ornata con oltre 120 statue di leoni con le fauci spalancate; sopra la porta sono state rinvenute, dall'archeologo Robert Koldewey, le strutture a volta che costituivano la base di sostegno dei sovrastanti giardini soprelevati e terrazzati.
Considerando che all'epoca l'utilizzo del terreno con colture diverse da quelle agricole era sicuramente non usuale, la progettazione dei giardini fu un'operazione culturale di largo respiro; fu creato un orto botanico con tipi di flora non originari della zona, ed abituati a climi più umidi; per irrigare i giardini con la frequenza e la quantità di acqua necessaria, fu costruito un complesso sistema idraulico che, tra l'altro, doveva sollevare l'acqua dal fiume. I terrazzamenti per ricavare i giardini furono costruiti interamente in pietra e vengono citati anche da Erodoto.
Perché parlare dei giardini pensili e nello specifico di quelli leggendari di Babilonia in un blog in cui si parla di Poliurea?
Semplicemente perché La Poliurea ha le caratteristiche ideali in termini di resistenza ed elasticità, inoltre ha tra le sue certificazioni, quella di anti-radice! Sicuramente per chi progetta un giardino pensile, questa tecnologia è quella più performante del Mondo per garantire una perfetta impermeabilizzazione.

domenica 12 marzo 2017

La Poliurea impermeabilizza in contro-spinta

Come sia possibile utilizzare La Poliurea a spruzzo per impermeabilizzare terrazzi, sporti di gronda, piscine e supporti con vecchia guaina, lo abbiamo evidenziato in passato. Oggi, invece, vogliamo parlare su un altro campo di applicazione della Poliurea, ovvero l’impermeabilizzazione anche in contro-spinta.
La tecnologia della Poliurea può essere utilizzata in maniera estremamente efficace per l’impermeabilizzazione di vasche che contengono liquidi generici o acqua potabile, grazie alla sua certificazione per contatto alimentare, che proprio per questo necessitano di protezione che garantisca un elevata resistenza e durata nel tempo anche dall'esterno.
Se si tratta di cisterne interrate, l’impermeabilizzazione deve essere in grado di assicurare una protezione adeguata anche in contro-spinta, ovvero deve riuscire ad evitare che si verifichino delle infiltrazioni di acqua dall’esterno evitando così la contaminazione dell'acqua potabile.
Oppure, come si può notare dalle foto, in quel caso è stata interrotta la perdita d'acqua dalla cisterna dell'antincendio di un noto centro Commerciale di Catania, evitando tutti i problemi che avrebbe apportato, anche in termini economici, l'intervento in modo classico e cioè dall'interno.  

Perché non ha eguali in questo caso

Il mercato offre molti prodotti per l’impermeabilizzazione cisterne in cemento. Perché quindi dovreste decidere di utilizzare proprio con La Poliurea a spruzzo?
La Poliurea a spruzzo è efficace per l’impermeabilizzazione delle cisterne in cemento perché oltre ad avere l'importante caratteristica di proteggere le superfici trattate anche in spinta negativa, crea un strato di membrana monolitica e quindi praticamente senza punti deboli, garantendo la massima protezione nel tempo, è resistente agli acidi, perciò può essere tranquillamente utilizzata anche per cisterne adibite al contenimento di liquidi caratterizzati da elevata acidità. 
Grazie all'  applicazione a caldo, utilizzando delle pompe airless che spruzzano La Poliurea a circa 180 bar e 75° di temperatura, viene letteralmente nebulizzata sulla superficie aderendo alla perfezione, anche sulle superfici in verticale come i muri della cisterna: La Poliurea asciuga in circa 6 secondi(pot-life) creando uno strato impermeabile monolitico. 
L’applicazione richiede del personale qualificato.



Contattateci, La Poliurea risponderà alle vostre domande!

giovedì 9 marzo 2017

La tecnologia della Poliurea negli ultimi anni è stata utilizzata da molti applicatori e commercializzata da Aziende importanti, ma essendo una tecnologia impermeabilizzativa molto durevole nel tempo, non ha avuto il giusto posizionamento sul mercato che merita, perchè la maggior parte degli applicatori preferisce utilizzare materiali impermeabilizzanti meno performanti e più soggetti a problematiche strutturali dettati dalla natura stessa del prodotto, che in un arco temporale ridotto riproponga il problema infiltrazione.
Ma in questo panorama ci sono aziende invece che credono fortemente in questa tecnologia, investendo anche in termini di formazione del personale dedicato alle applicazioni di Poliuree e Poliuretani, ha messo appunto dei cicli specifici per impermeabilizzare ogni superficie. 
           

sabato 4 marzo 2017

Esempio di applicazione di Poliurea su un terrazzo dov'erano particolarmente gravi le infiltrazioni di acque meteoriche a causa delle quali si iniziavano ad avere importanti danni strutturali. La tecnologia della Poliurea permette interventi rapidi, senza demolizioni e definitivi. La caratteristica principale è quella del manto perfettamente omogeneo e monolitico, grazie all'assenza di giunti non ha punti deboli, quei punti deboli presenti ad esempio su impermeabilizzazioni tradizionali con guaine bituminose sovrapposte e saldate. Proprio quelle saldature sono la causa principale di distacchi anche dopo soli pochi mesi dalla posa, che i movimenti del corpo di fabbrica o semplicemente il naturale movimento delle strisce di guaina causati dalle differenze di temperatura producono, fa si che le infiltrazioni tornino a presentarsi.
 A differenza delle impermeabilizzazioni con quei prodotti cementizi che sono molto diffusi e finiscono i loro nomi tutti con ...lastic, non hanno molto di elastico per la natura intrinseca della loro formulazione, elasticità che raggiunge anche il 600% parlando della tecnologia impermeabilizzante della Poliurea. 




venerdì 27 gennaio 2017

Impermeabilizzazione di una nuova costruzione con poliurea alle pendici dell'Etna

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martedì 6 dicembre 2016



La poliurea è un elastomero di rivestimento ottenuto per poliaddizione di un diisocianato alifatico o aromatico(L'isocianato è il gruppo funzionale –N=C=O (1 azoto, 1 carbonio, 1 ossigeno) che non deve essere confuso con il gruppo funzionale cianato –O–C≡N. Ogni composto organico che contiene un gruppo isocianato è detto isocianato. Un isocianato può contenere anche più di un gruppo isocianato. Le molecole con due gruppi isocianati sono conosciuti come diisocianati.) La principale applicazione di questi ultimi è la produzione di poliuretano per reazione con i polioli con una diammina.

Strutturalmente è caratterizzata dalla ripetizione di unità -RNH(CO)NHR'-, in pratica una molecola di urea bisostituita. La reazione di polimerizzazione è simile a quella che porta alla formazione dei poliuretani. In realtà l'ammina è soltanto uno dei curativi che possono essere utilizzati nei polioli affinché si effettui la reazione con gli isocianati.




La poliurea è quindi sostanzialmente un poliuretano terminato con ammine.


Con il generico termine di elastomero si indicano le sostanze naturali o sintetiche che hanno le proprietà chimico-fisiche tipiche del caucciù (o gomma naturale), la più peculiare delle quali è la capacità di subire grosse deformazioni elastiche(possono cioè essere allungati diverse volte per spostamenti finiti riassumendo la propria dimensione una volta ricreata una situazione di riposo).