I GIARDINI PENSILI E LA POLIUREA
Il
giardino pensile (o
verde pensile) è un'area di
suolo vegetale che non ha diretto contatto con il suolo naturale. I giardini pensili sono in genere costruiti per esigenze
scenografiche e dove non è possibile la costruzione di un comune
giardino a terra. Un giardino pensile viene infatti realizzato al di sopra di una
struttura architettonica, piana o inclinata, non necessariamente sopraelevata rispetto al livello del terreno (o piano di campagna), es. sopra il
solaio di copertura di
autorimesse interrate.
Un giardino pensile richiede la predisposizione di un sistema di drenaggio dell'acqua, così come spesso viene dotato di un sistema di
irrigazione artificiale e, oltre alla funzione decorativa, permette di migliorare il
microclima del volume sottostante (es.
tetto verde, utilizzato per l'
isolamento termico grazie all'
inerzia termica del terreno e della coltre vegetale).
Alcuni storici non sono certi dell'esistenza dei giardini della città di Babilonia.
La questione della localizzazione dei giardini è ancora oggi irrisolta e gli studi, ancora in corso, hanno lasciato emergere le più varie ipotesi, tra cui anche quella che Babilonia non ospitasse affatto una delle Sette Meraviglie del mondo antico, poiché le fonti antiche, pur concordando nella descrizione dei giardini, non ne forniscono alcuna localizzazione precisa all'interno della città.
Una prima teoria fu fornita dall'architetto tedesco
Robert Koldewey, il primo a condurre scavi sul sito, tra il
1889 e il
1917. Egli teorizzò che i giardini dovessero trovarsi nell'angolo nordorientale del Palazzo Meridionale, poiché in quel luogo egli aveva portato alla luce un'enorme struttura coperta da volte a botte e composta da quattordici stanze, cui il muro stesso di recinzione faceva da delimitatore. Determinante fu il ritrovamento, in uno di questi ambienti, di un pozzo con dei fori, prontamente ricondotto al sistema di approvvigionamento idrico. Tale teoria aveva però il suo limite nella lontananza del sito dall'
Eufrate, cui l'acqua veniva attinta per l'irrigazione, e nel fatto che l'accesso ai giardini poteva avvenire solo attraversando stanze private e uffici. Inoltre, con il proseguire degli scavi, sembrò più plausibile che le stanze portate alla luce dal Koldewey fossero ambienti destinati all'immagazzinaggio di merci.
Una seconda teoria fu avanzata da D.J. Wiseman, che colloca i giardini "sopra e a settentrione della grande muratura a ovest" del Palazzo Sud, dalla quale si sarebbero estesi i giardini, presso le rive dell'Eufrate.
Nella prima metà degli anni novanta lo studioso D.W.W. Stevenson propose un'altra tesi (affermava infatti che i giardini non potessero trovarsi dove indicava il Wiseman poiché all'epoca di costruzione l'Eufrate aveva già coperto la zona in questione) secondo cui i giardini sarebbero stati un edificio a terrazze indipendente ma molto vicino al Palazzo Meridionale, e probabilmente a sud di esso. Di questa struttura non abbiamo, a tutt'oggi, traccia alcuna.
Da più recenti studi è emersa anche la teoria - sostenuta da Stephanie Dalley - secondo cui i giardini non sarebbero stati affatto situati in Babilonia, ma nella vicina città di
Ninive. La Dalley ravvede nelle fonti classiche una confusione tra Babilonia e Ninive dovuta al fatto che il passaggio dal potere assiro a quello babilonese non fosse stato percepito come una soluzione di continuità dagli autori classici, che continuavano ad individuare un generico "regno di Assiria" che aveva semplicemente cambiato capitale. Inoltre, le fonti babilonesi tacciono del tutto riguardo all'esistenza stessa dei giardini, mentre le fonti assire testimoniano di importanti lavori idrici a Ninive sotto
Sennacherib (
668-
631 a.C.) nonché della presenza di giardini presso le rive del
Khors.
Babilonia era circondata da una doppia cinta di mura, interrotta dalla
porta di Ishtar, attraverso la quale passava la strada principale di accesso alla città rivestita da mattonelle smaltate azzurre ed ornata con oltre 120 statue di leoni con le fauci spalancate; sopra la porta sono state rinvenute, dall'archeologo Robert Koldewey, le strutture a volta che costituivano la base di sostegno dei sovrastanti giardini soprelevati e terrazzati.
Considerando che all'epoca l'utilizzo del terreno con colture diverse da quelle agricole era sicuramente non usuale, la progettazione dei giardini fu un'operazione culturale di largo respiro; fu creato un
orto botanico con tipi di flora non originari della zona, ed abituati a climi più umidi; per irrigare i giardini con la frequenza e la quantità di acqua necessaria, fu costruito un complesso sistema idraulico che, tra l'altro, doveva sollevare l'acqua dal fiume. I terrazzamenti per ricavare i giardini furono costruiti interamente in pietra e vengono citati anche da
Erodoto.
Perché parlare dei giardini pensili e nello specifico di quelli leggendari di Babilonia in un blog in cui si parla di Poliurea?
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